The beginning of a new era in obstetrics – 21 Maggio 2016
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PROGETTO EUROPEO MILLENNIUM
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PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI OSTETRICHE (FNCO)

 

Buonasera Dottoressa Vicario

Un augurio ed un in bocca al lupo per il nuovo percorso che l’attende come Presidente Nazionale dell’Ordine delle Ostetriche

Cominciamo questa nostra intervista partendo dagli inizi della sua carriera

 

Com’è cambiata l’ostetricia ed il ruolo dell’ostetrica nell’assistenza al parto?

Il 26 luglio del 1972 dopo un percorso di studi quadriennale conseguivo, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia degli Studi di Napoli il Diploma di Ostetricia che prevedeva la propedeuticità del percorso biennale di infermiere professionale (2 anni + 2 anni) conseguivo il titolo di Ostetrica. Con questo percorso formativo la professionista veniva abilitata all’esercizio della professione di ostetrica da espletare nelle strutture sanitarie pubbliche, private convenzionate, nelle condotte ostetriche. Il Consultorio veniva istituto solo nel 1975 con la legge n. 405, pertanto, alle esigenze del territorio le ostetriche condotte rispondevano assistendo la gravidanza e il parto al domicilio della donna, promuovendo l’allattamento al seno prendendo in carico madre e bambino fino al terzo anno anche nelle procedure vaccinali. Negli anni ’70 l’assistenza alla gravidanza e parto fisiologici erano a totale appannaggio dell’ostetrica la quale in caso di complicanze si attivava per richiedere l’intervento del medico condotto. La premessa risulta utile per meglio comprendere quanto fossero chiaramente identificati il ruolo e la responsabilità del medico per la patologia ed il ruolo e la responsabilità dell’ostetrica per la fisiologia. All’ostetrica veniva riconosciuta la competenza di porre diagnosi, diagnosi differenziale e l’applicazione di misure di urgenza nell’attesa dell’intervento medico. Nella struttura ospedaliera, verso la quale sin dagli anni ’70 “migrarono” molte donne gravide che sceglievano di espletarvi il parto, il modello assistenziale alla nascita iniziava inevitabilmente a medicalizzarsi. In sincronia con questo fenomeno si registrava una netta diminuzione della morbilità e mortalità materna e neonatale mentre negli ultimi anni il dato si mantiene pressoché stabile. Il fenomeno medicalizzazione si è sviluppato in misura indirettamente proporzionale al decremento della patologia ostetrica prodotto dalla medicina perinatale con il suo set diagnostico più e meno invasivo. All’interno del suddetto setting assistenziale si sviluppava il setting formativo per ginecologo ed ostetrica di tipo attivo/interventista versus uno di tipo passivo e dell’attesa nel quale io mi era formata. Il fenomeno, diventato evolutivo ed irrefrenabile, ha avuto la sua massima espressione nella epidemia di ieri ed oggi nella pandemia del taglio cesareo (X Rapporto CeDAP 2015 per nascite 2011 paria 36.7%)

L’ostetrica ha assunto un ruolo chiave nella gestione della gravidanza, com’è rapporto con il medico ginecologo?

Il sistema salute italiano, da sempre, ha indicato nell’ostetrica la figura di riferimento per la gestione in piena autonomia della gravidanza a basso rischio ed in collaborazione con lo specialista in ginecologia e ostetrica in caso di gravidanza connotata da patologia materna, fetale o materno – fetale.

– Rapporto con la gravida: si tratta di un rapporto empatico che, a prescindere dal sesso del professionista, risulta più intenso e totalizzante per entrambi (donna/professionista) se inizia nella fase preconcezionale e/o prenatale e che raggiunge il suo acme durante il travaglio parto dove l’ostetrica risulta essere un facilitatore del saper, sapere essere e saper fare della donna che ha sviluppato il suo empowement.

Rapporto con i familiari: il rapporto con i familiare e in modo specifico con il partner vive di luce riflessa nel senso che la qualità di questo rapporto è sovrapponibile e quello che l’ostetrica instaura con la donna.

È impegnata in tante attività anche dal risvolto sociale es Telefono Rosa, l’importanza di queste iniziative

Il mio impegno è uguale a quello di tutte le 20.000 ostetriche che rappresentano la Comunità Professionale in ogni contesto in cui ci sia una donna che abbia un bisogno sia ti tipo manifesto ed espresso che di tipo sommerso e non dichiarato. L’ostetrica adotta unmetodo socratico, metodo dialettico d’indagine filosofica basato sul dialogo e sulla discussione, attraverso il quale l’ostetrica intende “tirar fuori” dalla donna (allievo) pensieri assolutamente personali, a differenza di quanti vogliono imporre le proprie vedute agli altri con la retorica e l’arte della persuasione. Questo è la vera mission professionale dell’ostetrica che trova piena applicazione in tutti gli ambiti di competenza ostetrico-ginecologico e neonatale.

Ha in programma nuovi progetti in tal senso

Prima di rispondere mi piace ricordare le contrapposizioni evidenti di due diversi modi di vedere il “vecchio” attraverso la visioni di due grandi filosofi, ovvero Aristotele e PlatoneIl primo escludeva la presenza degli anziani dal governo della polis. Per Aristotele l’uomo presenta anima e corpo uniti e indivisibili, di conseguenza se il corpo decade lo fa anche la mente, e quindi l’uomo nella sua complessità.

Platone, al contrario, sosteneva che sono solo gli uomini anziani a poter governare. Non considerava la decadenza del corpo, ma riteneva che la saggezza e le virtù siano nell’anima e che il corpo sia pura apparenza.

Alla sua domanda rispondo come avrebbe risposto Platone e quindi utilizzando la saggezza, l’esperienza e le competenze proprie della mia età e quindi dico che i progetti affollano la mia mente per cui ho dovuto stabilire delle priorità che spero di poter realizzare nel triennio di Presidenza FNCO con la condivisione ed il supporto delle 20.000 Ostetriche Italiane ed ogni altro Soggetto abbia a cuore la salute riproduttiva della donna/coppia.

Tra le priorità posso anticipare la promozione del modello assistenziale a conduzione ostetrica soprattutto per garantire alla donna/coppia un’assistenza erogata da professionisti formati per accompagnarla in tutte le fase del suo ciclo biologico – sessuale riproduttivo cosa che garantirebbe adeguati livelli occupazionali alle ostetriche laureate

È stata per anni coordinatore del corso di laurea in ostetricia della Seconda università di Napoli, cosa ha trasmesso alle sue allieve?

Il coordinatore deve avere da trasmettere conoscenze, competenze ed abilità per cui desiderando trasmettere e volendolo fare nel migliore dei modi ho avvertito l’esigenza di seguire un percorso formativo specifico (Diploma Universitario di Dirigente dell’Assistenza Infermieristica, Laurea in Pedagogia, Diploma per abilitazione a funzioni direttive, Laurea Magistrale, Master in Ostetricia Legale e Forense).

Rispetto, poi alla mission e vision professionale ho sempre ritenuto fondamentale trasmettere semplicemente tanto, tanto amore per la professionale e tanto stimolo al senso di appartenenza che non deve mai venire meno anche nei momenti di sconforto quando manca il lavoro, oppure, quando quello svolto non soddisfa pienamente. Mai gettare la spugna!!!

Campania e tagli cesari: ruolo dell’ostetrica

Direi impresa titanica ma non impossibile “volere è potere”!!

Alla donne deve essere offerta la possibilità di comprendere che il taglio cesareo non è un modo alternativo di partorire ma è un vero intervento versus un parto naturale che non prevede interventi se non quelli della natura ed una attenta osservazioni della sua evoluzione per coglierne tempestivamente le alterazioni del decorso.

Come Presidente Nazionale quali sono gli obiettivi del suo programma?

Rispondo facendo riferimento al programma elettorale del gruppo, “RiNascita Ostetrica: insieme si può”, da me guidato e che ha reso pubbliche le sue linee programmatiche, anche attraverso un sito web dedicato (www.rinascitaostetrica.com) che la invito a visitare. Il gruppo ha analizzato il disagio che vive da qualche tempo la Categoria Ostetrica ed intende lavorare con l’apporto sinergico dei Collegi Provinciali ed Interprovinciali, per definire le migliori strategie di gestione politica della Categoria nei diversi contesti istituzionali e non. Da donna pratica mi piace ricordare quanto affermava Henry Ford

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo”.

– In ambito lavorativo ospedaliero: Lavorare insieme in ambito ospedaliero significa rispettare i ruoli e le competenze in quanto solo dal rispetto nasce la stima reciproca che si traduce poi in un’assistenza di qualità delle cure

– in rapporto alla formazione delle nuove ostetriche: Riprendendo quanto detto all’inizio di questa intervista il setting formativo caratterizza il prodotto formato se l’ambiente formativo è medicalizzato lo sarà inevitabilmente anche il prodotto finito che nasce e cresce in quel contesto

Il Corso di Laurea in Ostetricia della Seconda Università degli Sudi Napoli, dove ho avuto l’onore di operare fino al 30 settembre 2014, come tanti altre sedi formative, presenta delle disfunzioni ma posso dire con orgoglio che è l’unico Corso di Laurea in Italia a disporre di un percorso didattico-formativo della fase prenatale demedicalizzato.

Per volontà dei suoi vertici di governo (Presidente e Coordinatore) da 2005 gli Studenti CLO hanno la possibilità di frequentare attivamente il corso di accompagnamento alla nascita (CAN) e l’ambulatorio di Gravidanza Fisiologico (AGF). Si tratta di un percorso citato, dalla Regione Campania, a modello organizzativo di percorso de- medicalizzato nel BURC 70 del 13 ottobre 2014 Linea progettuale n. 10 Tutela della maternità – Percorso nascita – Partoanalgesia che prevede una fase 1 (mese 1-2) con Formazione del personale ostetrico / Allestimento ambulatori per la gravidanza fisiologica etc..:

Sono fiduciosa che chi mi è succeduto nel ruolo e nelle funzioni continui questo percorso che posso dire con orgoglio ha prodotto buoni frutti.